Carissimi,
siamo prossimi alle festività del Santo Natale e al concludersi del 2022, pronti a proseguire nel nuovo anno, come recita saggiamente la campagna tesseramento 2023 del sistema Acli, con “orizzonti di speranza” e di gioia, aggiungo.
Con l’augurio sincero e fraterno che voglio farvi a nome della Presidenza Nazionale CTA, dopo questi due anni così difficili e per alcuni tragici a causa della pandemia; dopo questi lunghi mesi di una guerra, non remota in qualche paese lontano geograficamente e dal nostro “mondo” indifferente, ma nel cuore dell’Europa, con conseguenze dirette di scelte e ricadute, sento il desiderio di accompagnare l’augurio più vero condividendo un pensiero e un sentimento.
Viviamo questo tempo natalizio che accompagna i giorni delle festività, con le strade addobbate di luci e i negozi decorati a festa, le case e i giardini sfavillanti di luci e colori, i salotti con gli alberi natalizi e i presepi: ogni cosa ci parla di dolcezza e di amore. Nella frenesia delle giornate di lavoro e dei tanti impegni familiari, basta uno sguardo a quanto ci circonda per sortire un sorriso, un dono semplice che colora le giornate in modo diverso, con uno spirito nuovo, perché presto sarà Natale! Tutti noi, anche se distratti, spinti al consumo, a correre veloci e frettolosi come i troppi messaggi e informazioni che impazzano nei nostri “device”, cogliamo l’opportunità di un pensiero nuovo, di una riflessione più profonda: l’opportunità di rinnovarci nello Spirito grazie al tempo della festa del Santo Natale!
Il tempo della festa ci mette però di fronte allo specchio dell’umanità dal doppio volto: rimaniamo disorientati di fronte a un riflesso deforme sia dentro le nostre comunità (con le sempre più evidenti disparità sociali) sia dentro la nostra Europa, in Ucraina, con una immagine ancora più cruda e asimmetrica (deformità straziante nel riflesso del mondo). Vediamo nello specchio noi, al caldo delle nostre case, delle nostre città illuminate a festa, delle nostre auto sempre più high tech, con il pensiero e le gioie per le imminenti festività, i regali, le cene aziendali e prossine con i nostri cari; dall’altra parte riflessa c’è una umanità in sofferenza, al freddo e nelle privazioni, nell’angoscia e nella morte. Stride la nostra realtà con le immagini, le notizie e le testimonianze di sofferenza dei cittadini ucraini: donne, anziani e bambini in case distrutte, senza luce e ne acqua; che vivono ogni giorno nel terrore delle sirene per i bombardamenti aerei che colpiscono zone residenziali e abitazioni civili e nelle notizie dei propri cari uccisi; e ancor più straziante, senza alcuna speranza di una fine delle sofferenze.
Al tempo stesso, questo tempo natalizio ci dona la possibilità di una riflessione più meditata: ci offre la possibilità della compassione, nel suo significato più profondo, di partecipare con passione, di comunanza. Un sentimento che ci aiuta anche ad agire con quei piccoli-grandi gesti di amore, aiuto e di solidarietà. Di pace.
Lo Spirito di amore del Santo Natale ci dona così una rinnovata coscienza di vicinanza verso le sofferenze di donne, bambini e anziani ucraini, così come verso le tante persone in molte (troppe) parti del mondo flagellate da un agire disumano del potere per motivi politici e, sappiamo, soprattutto economici. Questo sentimento vero del Natale ci dona Spirito e fede per nuovi “orizzonti di speranza”, di cui tutti, tutta l’umanità, senza riflessi deformati, ha bisogno e per i quali possiamo agire insieme, anche grazie alle nostre attività associative, sociali e generative per un altro stile di vita e di (fare) comunità.
Sono tanti quindi i doni veri che il Santo Natale ci offre: un dono per tutti, tutti coloro che sapranno cogliere il dono del Natale, nell’unità della casa comune che è il mondo e un solo popolo, l’umanità.
Insieme a questo pensiero vorrei condividere una bellissima poesia di Mikhail Lermontov (poeta e drammaturgo russo) perché la cultura non divide, ma unisce l’umanità nella bellezza dell’arte, nello spirito e nella trascendenza dei sentimenti.
Con sincera amicizia, un grande augurio a tutti voi e ai vostri familiari!
Matteo Altavilla
Presidente Nazionale CTA APS
Sulla strada esco solo;
Nella nebbia è chiaro il cammino sassoso;
Calma è la notte. Il deserto volge l’orecchio a Dio.
E le stelle parlano tra loro.
Meraviglioso e solenne il cielo!
Dorme la terra in un azzurro nembo.
Cosa dunque mi turba e mi fa male?
Che cosa aspetto, che cosa rimpiango?
Nulla più mi aspetto dalla vita
E nulla rimpiango del passato;
Cerco solo libertà e pace!
Vorrei abbandonarmi, addormentarmi!
Ma non nel freddo sonno della tomba.
Vorrei addormentarmi
Con il cuore placato
E il respiro sollevato.
E poi la notte e dì sentire
La voce dell’amore cantare carezzevole al mio orecchio
E sopra di me vedere sempre verde
Una bruna quercia piegarsi e stormire.
Mikhial Jur’evic Lertmontov
(1814-1841)